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Recensioni

Gaslighting. Contro la manipolazione / Handbook of Aviation Neuropsychology. A Practical Guide for the Clinician

di Andrea Castiello d'Antonio

Gaslighting. Contro la manipolazione

Hélène Frappat
Neri Pozza, 2024, pp. 256
€ 19,00

Nei contesti sociali e, in specie, nei contesti del lavoro, tra le molteplici manifestazioni di violenza psicologica e di aggressività interpersonale – manifestazioni che ho discusso nel libro L’aggressività distruttiva nel mondo del lavoro. Il mobbing e le altre forme di violenza organizzativa (Hogrefe, Firenze, 2024) – si colloca il cosiddetto gaslighting. Un termine ormai abbastanza diffuso che prende le mosse dal film Gaslight (1944) di George Cukor (tratto dall'omonima opera teatrale del 1938 di Patrick Hamilton) in cui si narra la storia di una donna, sposata per il suo denaro da un uomo che si rivelerà molto pericoloso: infatti, lentamente, il marito riesce a insinuare nella moglie un dubbio sottile ma devastante, cioè che non sia del tutto sana di mente! 

In un crescendo di manipolazione psicologica e distruzione dell’identità personale della moglie, il marito persegue un suo piano criminale fino a che è scoperto ed arrestato dalla polizia.

Come altre condizioni di manipolazione e aggressività interpersonale, il gaslighting può essere messo in atto in direzione verticale (tipico il capo che mette in difficoltà il collaboratore, quindi in un contesto di forte sbilanciamento di potere), oppure orizzontale. Ma il fenomeno travalica i confini del mondo del lavoro ed è presente – o può esserlo – in ogni contesto relazionale; si configura, quindi, come un fenomeno culturale, intriso della cultura della sopraffazione, dell’autoritarismo, della gestione tossica del potere.

Un fenomeno che può e deve essere indagato sotto la luce della psicologia, della sociologia, della storia, dell’antropologia. Ma anche nella prospettiva di una società che punta alla post-verità, intrisa di fake news e negazionismi, in cui è sempre più facile perdere il senso della realtà (soprattutto per chi fosse sprovvisto di solide basi identitarie). Nel libro sono citati esempi di noti gaslighters come Donald J. Trump e Rudolph William Louis Giuliani, detto Rudy, il quale ebbe a pronunciare la famosa frase “La verità non è la verità”!

Il lavoro di Hélène Frappat – molto istruttivo, e da leggere assolutamente da parte di chi dovesse trovarsi in situazioni simili – parte dall’analisi del film di George Cukor e passa a considerare alcune situazioni tratte dalla mitologia, concludendo con ciò che la psicoanalisi ha offerto e con ciò che il movimento femminista ha evidenziato – da considerare che il titolo originale suona Le Gaslighting ou l'art de faire taire les femmes.

Il gaslighting si configura come un vero e proprio annientamento della persona e della personalità. È citato il concetto di essere svaporati, diventati aria-vapore, cioè nulla, in balia dei venti (degli altri, degli aggressori), fino alla sensazione di essere annientati, fragilissimi nelle proprie idee e percezioni, indecisi e indeboliti. Corpi, ma soprattutto anime, di vetro, si potrebbe dire…

Riflettere su meccanismi di tal genere fa pensare alle forme moderne di tortura, lì ove la persona non viene toccata fisicamente, ma la si infrange mentalmente. 

“La perdita definitiva di sé è l’orizzonte esistenziale del gaslighting… procede per gradi. Come il totalitarismo analizzato da Arendt, è un ‘inesorabile processo’… Lo scopo del gaslighting è quello di prendere il potere sulla coscienza di una persona, impedendole di accedere a qualsiasi forma di verità” (p. 56). Nelle relazioni sociali normali, per così dire, l’aggressore completa la sua opera ponendosi lui stesso nella parte della vittima, del soccorritore che sta facendo di tutto per aiutare la persona la quale, invece, è presa ormai totalmente nella trappola. Trappola nell’essere vittima, inconsapevolmente, ma nell’essere e sentirsi colpevole, coscientemente!

Il cerchio si è così chiuso. Un cerchio ancora più odioso nel momento in cui è organizzato in condizioni di disparità di potere e in cui è l’uomo – forse sarebbe meglio dire: il maschio, in senso atavico e primordiale… – ad assoggettare la donna.

Com’è intuibile (e da taluni è sperimentabile) il gaslighting può avvenire in qualunque relazione stretta, come ad esempio le relazioni sentimentali, e anche tra i giovani. Nel mondo del lavoro ci si dovrebbe chiedere se si sta facendo tutto per limitare, bloccare e punire questa ed altre manifestazioni di sopruso e violenza cosiddetta morale – cioè, psicologica e psicofisica. Siamo, infatti, nell’area del mobbing, del bossing, dell’harassment, dello stalking (unica fattispecie che ha avuto una regolamentazione chiara e giuridicamente delineata) e di altre manifestazioni di anarchico sfogo di aggressività distruttiva: aggressività talvolta consapevolmente e strumentalmente utilizzata, talaltra scaturita dalla a-normale psicologia dell’aggressore. E, nel gaslighting, come nelle altre condizioni di vittimizzazione, è importante (fondamentale!) avere un testimone soccorrevole (Alice Miller docet): come scrive Hélène Frappat “per dissipare l’effetto ipnotico del gaslighting e la confusione mentale che suscita, è necessaria la mediazione di un testimone” (p. 136). 

Speriamo di avere sempre più testimoni efficaci ed autorevoli!

Handbook of Aviation Neuropsychology. A Practical Guide for the Clinician

Robert Bor, Carina Eriksen, Randy J. Georgemiller, Alastair L. Gray (a cura di)
2025, x/538 pages
€ 64.99 

Mentre la psicologia dell’aviazione, nel corso degli ultimi anni (anche a causa di fatti significativi accaduti nel comparto del volo commerciale che hanno enfatizzato la necessità della prevenzione e del risk assessment) sta vivendo una fase storica di espansione e di differenziazione qualitativa, con questo importante volume si dà il giusto risalto ad una branca ancor più specialistica della medicina & psicologia aeronautiche: la neuropsicologia dell’aviazione. Un settore che, in realtà, si pone a cavallo tra psicologia, psichiatria, neurologia e medicina dell’aviazione.

Si tratta davvero di un testo unico e anche inaspettato, frutto del lavoro di ben quattro curatori e di una compagine qualitativamente elevata e ben assortita di autori (sono, in tutto, cinquantatré).

Il testo si apre con la sezione il cui titolo richiama la storia e lo sviluppo della psicologia dell’aviazione, come a voler sottolineare che i capitoli che la compongono – che trattano tutti di neuropsicologia in ambito civile e militare – hanno una radice forte e riconosciuta nell’ampio settore della Aviation Psychology (definita anche Aeromedical Psychology e, in modo più esatto, ormai da anni, Aviation and Space Psychology). Si tratta di discipline che devono necessariamente seguire l’evolversi dei tempi: “l’aerospazio si sta rapidamente espandendo ed evolvendo fino ad includere un ampio spettro di ambienti, nuove ed emergenti tecnologie, e diverse richieste nei confronti di piloti e operatori tecnici” (p. 96).

Considerando che il tema della safety è e sarà sempre centrale nel campo aeronautico, il secondo settore del testo è dedicato alle attività di prevenzione e ad esplorare almeno alcuni dei fattori protettivi e delle componenti della resilienza che rendono le persone, come ben sappiamo, così diverse tra loro e così differenti le loro risposte ad eventi stressanti e traumatici (da notare che il primo dei quattro capitoli di questa sezione tratta del concetto, per certi versi nuovo, di salutogenesi). 

Con l’ampio terzo settore del libro si affronta il tema sempre molto attuale dell’assessment del personale aeronautico, spaziando dalla valutazione dei piloti e dei controllori del traffico aereo fino al personale di supporto che vive nel grande mondo del volo e, infine, agli astronauti. Se, da un lato, le questioni relative alle certificazioni e alle abilitazioni sono centrali per ogni pilota – così come l’accertamento valutativo della performance – dall’altro non si trascurano gli aspetti culturali, sociali e di orientamento verso il lavoro che hanno un’importanza decisiva per raggiungere l’obiettivo di ridurre la possibilità di errori e interpretazioni non corrette delle informazioni. E, infatti, la sezione seguente è proprio dedicata ad investigare le situazioni di errore, trauma, incidenti, rischi specifici e più ampi per la salute del personale di condotta e di cabina – tutto dal punto di vista strettamente neuropsicologico. Appare interessante il passaggio relativo alla cosiddetta autopsia psicologica in cui “tipicamente, una vasta gamma di diversi aspetti concernenti la vita globale dell’individuo, così come una dettagliata investigazioni dello stato recente di salute e di prestazione, rappresenta il focus della valutazione” (p. 329).

 Infine, la sezione finale, la quinta, con i suoi nove capitoli, conduce il lettore ad approfondire una serie di vari e differenti aspetti legati alla neuropsicologia dell’aviazione e proprio in questa sezione si può avere idea di quante e quali sottodimensioni specialistiche e qualitativamente rilevanti compongono l’area. Per offrire una idea di massima delle tematiche qui trattate si possono citare le conseguenze sullo stato mentale della pandemia Covid-19, l’emergere delle situazioni di deficit di attenzione e iperattività (ADHD), le implicazioni derivanti dall’aver contratto il virus HIV e le conseguenze che possono avere alcune specifiche disabilità di apprendimento. Ma emergono in queste pagine finali anche altri argomenti di più ampio spettro come, ad esempio, l’impatto dell’invecchiamento sulle funzioni cognitive di piloti e di controllori del traffico aereo, mentre l’ultimo capitolo è dedicato ad un argomento delicato, cioè la redazione dei report neuropsicologici, un impegno che “occupa una posizione cruciale nell’ambito dell’industria aeronautica, essendo uno strumento vitale per valutare l’idoneità cognitiva e psicologica dei piloti e dei membri dell’equipaggio” (p. 509). 

Siamo, dunque in presenza, di un lavoro estremamente interessante, un testo necessariamente orientato a servire come manuale di base e come opera di consultazione per tutti coloro che sono impegnati professionalmente o scientificamente nel campo: quindi, soprattutto, neuropsicologi, psicologi dell’aviazione, esaminatori medici aeronautici, psichiatri, neurologi, psicologi clinici, addestratori, e specialisti della sicurezza del volo. 

Si può aggiungere che il contenuto del testo non è di facile comprensione per coloro che non sono del settore aeronautico e che non conoscono l’evoluzione sia della psicologia dell’aviazione sia della medicina dell’aviazione nelle sue componenti psichiatriche e neurologiche. Nonostante ciò, il libro non può non affascinare lo studioso del cosiddetto Human Factor e di chi si colloca nel crocevia tra psicologia, neuroscienze e aviazione, anche per lo sforzo di delimitare e formalizzare l’area della neuropsicologia dell’aviazione.

Come ho scritto nel contributo al volume Studi di psicologia. Liber Amicorum per i settantacinque anni di Hogrefe (Hogrefe, Firenze, 2024) dal titolo “Psicologia dell’aviazione ieri e oggi, siamo in un campo ad elevata specializzazione in cui non la neuropsicologia dell’aviazione emerge come una sotto-specializzazione centrale e indispensabile nell’ambito dell’area della sanità aeronautica, medica, psicologica, sociale e professionale.

È assolutamente consigliabile integrare la consultazione di questo manuale con un attento studio del seguente testo: Ioana V. Koglbauer, Sonja Biede-Straussberger (Edited by), Aerospace Psychology and Human Factors. Applied Methods and Techniques (Hogrefe, 2025).

L'autore

Andrea Castiello d’Antonio

È psicologo e psicoterapeuta, già Professore straordinario presso l’Università Europea di Roma, esercita attività libero-professionale nelle aree della psicoterapia, della psicologia clinica, e della psicologia delle organizzazioni. Esperto di psicodiagnosi e testing psicologico, si occupa di campi specifici come la psicologia militare e la psicologia dell’aviazione, è membro delle maggiori associazioni internazionali e svolge attività di consulenza editoriale a favore di riviste e case editrici di psicologia. Nell’area della psicologia del lavoro è consulente indipendente di management, gestione, formazione, valutazione e sviluppo del capitale umano, svolge attività di executive coaching e orientamento professionale. Nell’area della psicologia clinica opera come psicoterapeuta in setting individuali e di coppia per mezzo di psicoterapie dinamiche brevi e a medio-lungo termine, e svolge consulti e consulenze psicologiche.

Cultore di storia della psicoanalisi ha scritto la prima biografia italiana su Karl Abraham (1981). Ha pubblicato un migliaio di recensioni, oltre 200 articoli scientifici e divulgativi e 26 volumi. Tra i libri più recenti: L’aggressività distruttiva nel mondo del lavoro. Il mobbing e le altre forme di violenza organizzativa (2024); Scegliere lo psicoterapeuta. Una guida per pazienti e terapeuti (2022); Il capitale umano nelle organizzazioni. Metodologie di valutazione e sviluppo della prestazione e del potenziale (2020); Conflitti. Come leggere e gestire i contrasti per vivere bene (2019) scritto con Luciana d’Ambrosio Marri; Interviste e colloqui nelle organizzazioni. Metodi per un dialogo efficace nei contesti organizzativi e istituzionali (2015); La selezione psicologica delle risorse umane (2015); Come quando e perché la formazione non funziona (2014); L’assessment delle qualità manageriali e della leadership (2013); La paura di volare (2012).