Come riescono due lingue a convivere nello stesso cervello, e cosa implica questa convivenza? Come riescono i neonati esposti a due lingue a differenziarle? Le traiettorie di apprendimento delle lingue sono diverse tra i bambini monolingui e i bambini bilingui? Quali sono le basi cerebrali che mediano le due lingue di un parlante bilingue? Che impatto ha il bilinguismo sullo sviluppo delle altre capacità cognitive? Come si deteriorano le due lingue dopo un danno cerebrale? L’uso di una seconda lingua influenza il processo decisionale? Queste le domande cui risponde questo libro.Il bilinguismo è la regola e non l’eccezione: una gran parte della popolazione mondiale, infatti, è in grado di comunicare in più di una lingua. Per questa ragione, studiarlo permette di indagare molte questioni a proposito della sua interazione con altri domini cognitivi, come l’attenzione, l’apprendimento, le emozioni, il processo decisionale, ecc. In questo senso il bilinguismo è una finestra per lo studio della cognizione umana.Con un linguaggio che stimola la curiosità del lettore senza rinunciare al rigore scientifico, Albert Costa riassume decenni di ricerca, lasciando pochi dubbi sul fatto che il cervello dei bilingui sia, in piccoli ma importanti aspetti, dimostrabilmente diverso.
###H4#TEXT[L'autore]###
###BOLD#TEXT[Albert Costa]###, è stato Professore associato presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Barcellona, Professore di ricerca in ICREA (Catalan Institution for Research and Advanced Studies) e membro del Center for Brain and Cognition dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona. I suoi interessi di studio hanno riguardato le basi cognitive e neurali dell’elaborazione del linguaggio e in particolare il modo in cui due lingue vengono rappresentate ed elaborate nel cervello. Più recentemente, aveva iniziato a lavorare su come il contesto linguistico può influenzare le preferenze, i giudizi e le decisioni delle persone, affrontando questi problemi attraverso sia tecniche di psicologia sperimentale sia di neuroimaging ed elettrofisiologiche, in soggetti con danni cerebrali.